Esordio amaro in Champions per il Napoli di Sarri che manda in campo una formazione inadatta a fronteggiare una squadra motivata come lo Shakhtar. Le assenze incomprensibili di Allan e Mertens dal primo minuto pregiudicano la partita e quando Sarri finalmente se ne rende conto, a mezzora dalla fine del match, il Napoli è già sotto di due goal, grazie ad una distrazione collettiva della difesa in occasione delle rete di Taison al quarto d’ora del primo tempo e ad una colossale papera di Reina che nella ripresa, su un cross niente affatto irresistibile proveniente dalla sua destra, sbaglia il tempo dell’uscita e spalanca la porta al raddoppio di Ferreyra.
La squadra ucraina, sapientemente schierata in campo dal tecnico portoghese Fonseca, evidenzia sin da subito i limiti del centrocampo napoletano, dove un evanescente Diawara ed un Hamsik ancora lontano dalla migliore condizione, trascinano anche il volenteroso Zielinski in una mediocrità complessiva che gli ucraini dimostrano di saper sfruttare al meglio. I giocatori brasiliani dello Shakhtar, soprattutto Fred e Taison, giocano un calcio basato sulle ripartenze veloci ed inibiscono sia il pressing che il giro palla del Napoli che appare impacciato ed impaurito al confronto di una squadra così bene impostata. Milik sembra la controfigura del giocatore ammirato all’esordio lo scorso anno e solo la freddezza mostrata nel realizzare il calcio di rigore procurato da Mertens lo salva dalla bocciatura. L’ingresso tardivo di Mertens ed Allan dà una notevole scossa al Napoli che sembra potercela fare e mostra chiaramente l’entità dell’errore iniziale di Sarri. Il Napoli avrebbe anche potuto pareggiare nel finale, ma il risultato, per ciò che si è visto in campo, è più che giusto. E che ci serva da lezione per le prossime sfide.