Carlos Santana
Carlos Santana è nato ad Autlán de Navarro, nello Stato messicano di Jalisco. Il suo nome completo è Carlos Humberto Santana Barragán ed è un chitarrista messicano naturalizzato statunitense. Suo padre suonava il violino in un gruppo di mariachi ad Autlán de Navarro, si appassionò presto alla musica, iniziando a suonare il violino all’età di cinque anni.
A 11 anni la famiglia si trasferì a Tijuana e lì iniziò a suonare la chitarra da autodidatta, guadagnandosi da vivere intrattenendo i turisti dagli Stati Uniti.
Si ispirava ad altri famosi chitarristi come John Lee Hooker, T-Bone Walker e B.B. King, che ascoltava dalle stazioni radio statunitensi.
La sua famiglia si trasferì di nuovo, questa volta a San Francisco nel 1961. San Francisco lo ha influenzato molto essendo un centro culturale, artistico con un variegato stile musicale e il luogo di nascita del movimento hippie.
Woodstock
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Il grande talento di Santana lo ha reso molto conosciuto in tutto il mondo. Il riconoscimento ebbe inizio negli anni ’60, con il movimento hippie, quando Santana sviluppò il suo particolare stile di chitarrista che unisce musica latina, rock, jazz e funk. La sua figura spicca nel leggendario festival di Woodstock, dove rivela l’influenza della salsa e del funk, incantando un’intera generazione.
Alla fine del 1966 il chitarrista Tom Frazier formò un gruppo rock e così a lui si aggregarono Santana (voce e chitarra), Mike Carabello (percussioni), Rod Harper (batteria), Gus Rodriguez (basso) e il nativo di Seattle Gregg Rolie (voce e organo), per formare i Santana.
Dopo qualche tempo il nome del gruppo si ridusse semplicemente a Santana. Allora nella sua formazione c’erano Carlos, Rolie, il bassista David Brown, il batterista Bob ‘Doc’ Livingston e il percussionista Marcus Malone. Bill Graham li ascoltò e gli permise di esibirsi al Fillmore (poi Fillmore West). L’esordio discografico di Santana fu un’ospitata in The Live Adventures of Mike Bloomfield and Al Kooper
Sempre Bill Graham, loro fan fin dall’inizio, convinse i promotori del festival di Woodstock a permettere loro di entrare in scena. La loro esibizione al festival fu un enorme successo e in seguito il brano Soul Sacrifice (di undici minuti) aumentò la popolarità del gruppo. Quella presentazione è stata una delle più conosciute come artista e, in particolare, come chitarrista, ha anche dato indizi sul suo stile in cui ha unito il rock e la musica latina.
L’evoluzione
Nel 1973, Carlos Santana iniziò una relazione con Deborah King con la quale ebbe tre figli: Salvador, Estela e Angelica.
Nel 1972, il suo stile si è evoluto e si è fuso con mode orientali e forme musicali più complesse, dal jazz al progressive rock. Dopo l’uscita di Caravanserai, ha iniziato a collaborare con musicisti importanti come Byddy Miles, Alice Coltrane e John McLaughlin.
Negli anni ’80, il suo ritmo divenne più “digeribile” e sviluppò maggiormente il suo lato jazz. A quel tempo aveva appena pubblicato The Swing of Delight (1980), che è considerato totalmente genere jazz, mentre il suo album Amigos, riunisce Santana con il suono latino della sua infanzia. Nel 1987, ha pubblicato Blues per Salvador, che ha mostrato una chiara posizione politica, grazie a questo album, ha ricevuto un Grammy nel 1989, ma non sarebbe stato l’ultimo.
Negli anni ’90 ha pubblicato Spirits Dancing in the Flesh che è stato valutato come uno dei progetti più ambiziosi e completi di Carlos Santana .
Con tutto ciò, è stato uno dei pochi artisti a poter commemorare il 25 ° anniversario del festival di Woodstock che si è tenuto nel 1994. Alla fine di quel decennio, ha pubblicato album più vicini al pop con i quali ha vinto nove Grammy
Santana: l’album
Santana è l’album di debutto pubblicato nel 1969. Si tratta di un lavoro in gran parte strumentale, nel quale il complesso conserva prevalentemente le sue origini di band, dalle strutture musicali basate su improvvisazioni free-form. Questo approccio esecutivo si era sviluppato progressivamente nelle loro già al tempo numerose esibizioni dal vivo, dove prevalevano le jam, mutuate dal jazz. A proposito di ciò, infatti, il loro manager Bill Graham li convinse a cambiare stile e a cominciare a scrivere brani più convenzionali al fine di aumentare l’impatto radiofonico, conscio del fatto che sarebbe poi stata la sede live a ispirare i musicisti in lunghe improvvisazioni strumentali. Il risultato fu che i successivi due album raggiunsero entrambi il primo posto nelle classifiche degli States.
L’album divenne un “major release” da oltre due milioni di copie, nel solo primo anno di pubblicazione, in seguito all’enorme impressione suscitata dall’esibizione della band al festival di Woodstock del 1969.
Il sound
Tornando all’album, la cosa che colpisce è che, se pur il chitarrista dà sfoggio in più di un’occasione della propria capacità tecnica, sono batteria e percussioni a farla da padrone, in questo senso, l’opener e Jin-Go-Lo-Ba sono un vero e proprio manuale di percussioni latine. Nella bellissima Savor, invece, oltre al travolgente drumming di Schrieve, è l’Hammond di Gregg Rolie a rubare la scena. Treat è la traccia che più si avvicina alle future produzioni del combo di Frisco, vantando un bellissimo assolo di chitarra. Evil Ways è orecchiabile e coinvolgente e anche se l’improvvisazione è un po’ accantonata, la prestazione è ottima. Ricordano molto lo stile di Jimi Hendrix, invece, la breve Persuasion e You Just Don’t Care. Le parti vocali di Shades of Time sono eccezionali, sembra quasi di sentire il favoloso duo Coverdale/Hughes, e le parti strumentali hanno un groove irresistibile. La conclusiva Soul Sacrifice è un universo di percussioni, pur non mancando intermezzi di pura estasi in cui Santana e Rolie si guadagnano una meritata postazione sotto i riflettori.
Tracce
1. Waiting (Santana Band)
2. Evil Ways (J. Zack)
3. Shades of Time (Santana Band)
4. Savor (Santana Band)
5. Jingo (Babatunde Olatunji)
6. Persuasion (Santana Band)
7. Treat (Santana Band)
8. You Just Don’t Care (Santana Band)
9. Soul sacrifice (Santana Band)
Formazione
Dave Brown – basso elettrico
Mike Carabello – congas, percussioni
Mike Shrieve – batteria
Carlos Santana – chitarra, canto
Gregg Rolie – pianoforte, organo, canto
José Chepito Areas – timbales, congas, percussioni
Oscar Adinolfi