Bruno Garofalo, Maestro del Teatro Napoletano
Il rapporto di stima e affetto con Eduardo
3 dicembre 2020
Bruno Garofalo, Maestro del Tetro Napoletano, si racconta
L’emergenza sanitaria in atto ha bloccato l’inizio della stagione teatrale del Trianon, diretto da Marisa Laurito, con lo spettacolo Adagio Napoletano. Cantata d’ammore, scritto e diretto da Bruno Garofalo.
Come è diventata prassi, Adagio Napoletano. Cantata d’ammore, verrà mandato in streaming dalla RAI. Le riprese al Trianon sono previste per fine dicembre, prima metà di gennaio.
” Il Programma del Trianon prevede anche una mia sintesi della Tempesta di Eduardo- afferma Garofalo-, una traduzione in napoletano arcaico fatta da Eduardo, una restituzione romantica del linguaggio di Shakespeare, con le musiche di Antonio Sinagra e con il Primo Attore di risonanza nazionale che interpreterà Prospero, il protagonista”.
Una vita permeata dalla profonda stima ed amicizia con Eduardo de Filippo, che nel 1984 gli ha chiesto di dirigere la Scuola Napoletana di Scenotecnica a Nisida, presso il Carcere Minorile.
“Un progetto meraviglioso, durato circa 25 anni, diretto da Gabriella Lanzara, funzionaria del Ministero di Grazia e Giustizia. Faceva parte del Programma Napoli Città Futura, e mirava al reinserimento dei ragazzi nella società. Indebolito e dimenticato, purtroppo, dalla miopia delle recenti amministrazioni”.
Com’è il rapporto con Napoli, la sua città?
” Sicuramente ho un rapporto diretto, schietto, profondo con la mia città, ma anche molto impegnativo, essendo Napoli una città straordinariamente ricca di cultura, di vita, di passato, presente e futuro, con i suoi continui fermenti, con le sue sovrapposizioni storiche, da scoprire e da riscoprire, e da raccontare nella maniera giusta alle generazioni più giovani”.
Ha insegnato Scenografia presso la prima cattedra dell’Accademia di Belle Arti di Napoli, e auspica lo studio della Lingua Napoletana a scuola. Qual’è l’attuale stato di salute dell’Accademia?
” Istituirei dei corsi di Lingua Napoletana in tutte le scuole d’Italia, sia pure facoltativi, per far si che non si perda un grande capitale unico al mondo: la diversità delle “lingue”, che fanno parte delle nostre rispettive radici culturali. In diverse Regioni italiane esistono vere e proprie tradizioni teatrali legati ai rispettivi dialetti. Lo stato di salute dell’Accademia di Belle Arti? Al momento, è sospeso, gode di un passato antico e recente glorioso, è inserita in questo presente problematico, ma confido nel futuro, auspico che germoglieranno semi fruttuosi”.
L’amministrazione di Napoli risponde alla cultura? Cosa intende fare per portare avanti la tradizione lasciata dalla Famiglia De Filippo?
“Noto da circa tre anni un’approssimazione, una sorta di disimpegno acuito dall’attuale emergenza sanitaria, purtroppo, perché chi è chiamato al ruolo politico non possiede le competenze adatte e allora capita che i progetti culturali si perdano in fiumi burocratici interminabili. Il Teatro soffre anche a Napoli, non abbiamo più figure di riferimento. Per la continuità con i De Filippo, purtroppo, nulla da dire, la Scuola della Compagnia del Teatro di cui era direttore Luca De Filippo, che si appoggia al Mercadante, è allo stremo, a Castel dell’Ovo è stato fatto solo un evento che ha omaggiato la Famiglia De Filippo, proposto due anni fa da un privato insieme a Tommaso de Filippo, il figlio di Luca”.
Cosa farebbe Lei per Napoli? Cosa vorrebbe facessero le Istituzioni?
“Istituirei un’ autentica scuola dedicata ed aperta ai giovani della Regione Campania, per imparare ed approfondire l’arte di interpretare correttamente i testi dei nostri grandi autori teatrali, per non far sì che tra qualche anno, la memoria di questa nostra grande tradizione vada completamente persa e dimenticata. Questo comporterebbe l’applicazione di tante altre discipline correlate, dalla scenografia al costume, dalle tecniche di realizzazione a tutte le esercitazioni di arte indotta dalla principale: la recitazione”.
Nel 1968, a 23 anni, Bruno Garofalo entra a far parte della compagnia “Il Teatro di Eduardo.
Nella sua carriera di scenografo e costumista, conta la realizzazione di circa duecento spettacoli, e la collaborazione con alcuni dei più importanti registi italiani ed europei.
Il suo primo impegno consiste nel ripristinare la scenografia originale della prima edizione di “Natale in casa Cupiello”, e nel ricostruirne le parti mancanti, tra cui il famoso “presepio”.
Dopo essere stato aiuto scenografo di Renato Guttuso per “Il contratto” andato in scena al teatro La Fenice di Venezia e di Mino Maccari per la messa in scena del “Falstaff” di Verdi al Maggio Musicale Fiorentino, firma la sua prima scenografia per la Compagnia di Eduardo, con lo spettacolo “Non ti pago” che va in scena al Teatro Metastasio di Prato, nella stagione 1969/70.
Tra il 1968 ed il 1980, realizza per Eduardo, scene e costumi per 14 allestimenti completi, oltre a collaborare ininterrottamente con il Maestro in tutte le iniziative teatrali ed artistiche
Garofalo: “Sicuramente, per me è stata un’ irripetibile esperienza di mestiere e di vita. Insieme ad Eduardo ed a Rota, con la “Nuova Compagnia di Canto Popolare”, tra tantissime, mi piace sempre ricordare la scenografia per una spettacolare edizione della “Cantata dei Pastori”, interpretata dalla stessa Compagnia, con la regia di Roberto De Simone”.
Nel 1969, fonda, insieme ad Armando Pugliese, e con A.Teresa Rossini, Michele Placido, Lombardo Fornara, ed altri, il “Teatro Libero di Roma”, struttura cooperativa con la quale realizza vari spettacoli tra i quali: “Iwona principessa di Borgogna” di W.Gombrowitz, “Il barone rampante” di Italo Calvino, spettacolo che va in scena alla Biennale di Venezia Teatro, e “Masaniello” di Porta/Pugliese, con Mariano Rigillo, Lina Sastri, Angela Pagano, che dopo due anni di repliche italiane, partecipa a prestigiose rassegne Europee, tra le quali il Festival di Nancy ed il Festival di Edimburgo.
Nell’arco della sua carriera collabora inoltre con il Teatro alla Scala di Milano, con la Biennale di Venezia, con l’Associazione Teatrale Emilia/Romagna, con il Festival di Taormina, con il Piccolo Teatro di Milano, con il Teatro di S.Carlo di Napoli, con il Festival dei Due Mondi di Spoleto,con le maggiori Cooperative teatrali e Compagnie private, e con il Teatro Stabile di Roma per il quale è stato anche direttore degli allestimenti negli anni 78/79/80.
Nel campo della Lirica, le sue scenografie per “Macbeth” al Maggio Musicale Fiorentino, nell’edizione del 1975 per la regia di Franco Enriquez e la direzione di Riccardo Muti.
Alla Piccola Scala di Milano, progetta le scene per “Il marito disperato” di Cimarosa, diretto da Giulio Chazalettes. Firma scene e costumi al Festival dei due Mondi di Spoleto, per l’edizione lirica di “Napoli milionaria”, con le musiche di Nino Rota e la regia dello stesso Eduardo.
Suo, il progetto e l’elaborazione di una struttura autonoma e adatta ad accogliere la messa in scena di operine da camera, macchina lignea realizzata per l’ansamble dei Solisti Aquilani, e che in una tournee italiana ed estera, ha accolto le scene ed i costumi de: “La cameriera brillante” e “La cambiale di matrimonio”, di Cimarosa, opere dirette da Vittorio Antonellini per la regia di Angelo Corti.
Nel 1998 realizza la terza edizione di “Novecento Napoletano”, lo spettacolo dedicato alla canzone d’autore napoletana.
Nella primavera del 2000 collabora con il Rossini Opera Festival di Pesaro, all’allestimento de “La scala di seta” di G. Rossini, per la regia di Luca De Filippo e la direzione di Zedda, firmandone scene e costumi.
Per il Cinema si ricordano le scenografie di: “Woizzek” per la regia di Giancarlo Cobelli, di “La trastola” per la regia di Vittorio Caprioli, di “Scusate il ritardo” per la regia di Massimo Troisi, di “Scugnizzi” per la regia di Nanni Loi, di “Concilio d’Amore” per la regia di W.Shoereder.
Ha collaborato inoltre, come Art Director, ad importanti produzioni di filmati pubblicitari.
Suoi gli allestimenti dei più importanti concerti di musica leggera degli ultimi anni, tra i quali ricordiamo in particolare: “Automobili” e “Come è profondo il mare”di Lucio Dalla. “Banana Republic” di De Gregori – Dalla. “Dalla – Morandi” nella versione teatrale e invernale. “Nero a metà” di Pino Daniele.
E’ del 1989 lo spettacolo “Sona, sona”, affresco drammaturgico e musicale sulla vita di Eleonora Pimentel Fonseca, ed ambientato a Napoli durante i moti della Repubblica Napoletana.
Ed ancora le regie di “Novecento Napoletano“, grande affresco sulla storia della canzone classica Napoletana, che ha già avuto tre edizioni, e che ha riscosso particolare successo nelle sue tournèe in Argentina, in Francia, in Germania ed in Giappone, dove è stato programmato nelle sedici principali città di quel paese, e dove per la canzone d’autore Napoletana vi è un particolare ed appassionato interesse e di un altro straordinario e duraturo successo come C’era una volta Scugnizzi.
Nel 2014 mette in scena di “Napoli nella Tempesta” al Maschio Angioino,andato in scena in anteprima nazionale il 7 e l’8 settembre, e la Mostra su Eduardo De Filippo nella Basilica di San Giovanni Maggiore. Per i trent’anni dalla morte, “Eduardo…luoghi, vita, opere”, viene organizzata dalla Fondazione De Filippo e dalla Fondazione dell’Ordine degli Ingegneri della provincia di Napoli, in collaborazione con il Cardinale Crescenzio Sepe che consente di ospitare l’esposizione nel luogo di culto del centro antico di Napoli.
Bruno Garofalo: “Oltre ad oggetti di scena e costumi delle commedie di Eduardo De Filippo, è stato ricostruito il camerino originale di Eduardo De Filippo, così com’era negli anni ’50 nel Teatro San Ferdinando, con il suo baule, l’armadio con i suoi abiti di scena, ed i suoi materiali per il trucco. In esposizione anche tanti oggetti di scena delle sue celebri commedie, tra cui il “cuppulone” di Pulcinella, gli occhiali e i guanti utilizzati in Natale in casa Cupiello, calzature da lui indossate, costumi, locandine e foto di scena scattate da Claudio Garofalo, suo fotografo dal 1970 al 1982. Nel 2015 “Diario di sé” di Luca Cedrola, con Vanessa Gravina e Graziano Piazza presentato in anteprima nazionale al Napoli Teatro Festival.
Maria Rosaria Voccia
Novecento Napoletano – Terza edizione, anno 1998, è stata registrata al Teatro Augusteo. Scritto e diretto da Bruno Garofalo – Direzione d’orchestra e arrangiamenti di Tonino Esposito – scene di Bruno Garofalo – costumi di Silvia Polidori – coreografie di Enzo Castaldo
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