17 novembre 2021
Ho avuto modo recentemente di confrontarmi con il Direttore Generale del Censis
Massimiliano Valerii sull’indagine condotta da questo importante Centro di Ricerca sulla
Comunicazione
.
La rilevazione ci segnala come la Pandemia ha prodotto una straordinaria accelerazione del
paradigma biomediatico
.
La presentazione del 17° Rapporto sulla Comunicazione del CENSIS “I media dopo la
pandemia” ci consente infatti di riflettere sul ruolo che i media hanno avuto durante questo
straordinario ed imprevisto evento che ha rappresentato l’alba di una nuova transizione
digitale, che adesso coinvolge anche coloro che finora non erano stati coinvolti
.
Durante tale fase i dispositivi digitali hanno garantito la continuità di molte attività,
pubbliche e private: dalle relazioni affettive e sociali al commercio elettronico, dallo Smart
Working alla didattica a distanza. In questa drammatica circostanza si è rivelato il lato
positivo della disintermediazione digitale. Ma cosa resterà dopo lo stato d’eccezione? Quali
tendenze si consolideranno in maniera strutturale e quali invece si riveleranno solo
congiunturali, svanendo di colpo una volta che ci saremo lasciati alle spalle la fase di
emergenza ?
Ma veniamo ai dati che emergono dalla Ricerca.
Nel 2021 la fruizione della Televisione ha conosciuto un incremento rilevante, per effetto sia
dell’aumento dei telespettatori della tv tradizionale (il digitale terrestre: +0,5% rispetto al
2019) e della tv satellitare (+0,5%), sia del boom della tv via internet (web tv e smart tv
salgono al 41,9% di utenza: +7,4% nel biennio) e della mobile tv, che è passata dall’1,0% di
spettatori nel 2007 a un terzo degli italiani oggi (33,4%), con un aumento del 5,2% solo
negli ultimi due anni. Tendono a crescere quindi sia gli usi tradizionali della televisione, sia
quelli innovativi.
La Radio continua a rivelarsi all’avanguardia all’interno dei processi di ibridazione del
sistema dei media. Complessivamente, nel 2021 i radioascoltatori sono il 79,6% degli
italiani, stabili da un anno all’altro. Se la radio ascoltata in casa attraverso l’apparecchio
tradizionale perde 2,1 punti percentuali di utenza e l’autoradio 3,6 punti (penalizzata dalle
limitazioni alla mobilità causate dall’emergenza sanitaria), aumenta l’ascolto delle
trasmissioni radiofoniche via internet con il pc (lo fa il 20,2% degli italiani: +2,9%) e
attraverso lo smartphone (lo fa il 23,8%: +2,5%).
Si registra ancora un aumento dell’impiego di Internet da parte degli italiani. L’utenza ha
raggiunto quota 83,5%, con una differenza positiva di 4,2 punti percentuali rispetto al 2019.
L’utilizzo degli smartphone sale all’83,3% (con una crescita record rispetto al 2019: +7,6%).
E lievitano complessivamente al 76,6% gli utenti dei social network (+6,7%).
Sembra essersi arrestata l’emorragia di lettori di Libri, che nel 2021 sono il 43,6% degli
La Farmacia è anche un premiato laboratorio galenico con svariate preparazioni https://erezione-squadre.com/ prodotte da sempre. Velocità delle reazioni psicomotorie e lo stress si rivelano del tutto inefficaci.
italiani, con un aumento dell’1,7% rispetto al 2019 (sebbene nel 2007 chi aveva letto
almeno un libro nel corso dell’anno era il 59,4% della popolazione). Se si considera che chi
ne ha letti più di 3 costituisce una fetta pari al 25,2%, si può affermare che il lockdown ha
senz’altro prodotto un riavvicinamento alla lettura. Si registra anche un incremento dei
lettori di e-book, pari oggi a un italiano ogni dieci (l’11,1%: +2,6%).
Al contrario, si accentua la crisi ormai storica dei Media a Stampa, a cominciare dai
quotidiani venduti in edicola, che nel 2007 erano letti dal 67,0% degli italiani, ridotti al
29,1% nel 2021 (-8,2% rispetto al 2019). Lo stesso vale per i settimanali (-6,5% nel biennio)
e i mensili (-7,8%).
Tra i giovani (14-29 anni) c’è stato un ulteriore passo in avanti nell’impiego dei media, in
generale, e delle piattaforme online, in particolare. Il 92,3% utilizza WhatsApp, l’82,7%
YouTube, il 76,5% Instagram, il 65,7% Facebook, il 53,5% Amazon, il 41,8% le piattaforme
per le videoconferenze (rispetto al 23,4% riferito alla popolazione complessiva), il 36,8%
Spotify, il 34,5% TikTok, il 32,9% Telegram, il 24,2% Twitter. Anche tra i più anziani (65
anni e oltre) qualcosa si muove, visto che l’impiego di internet sale notevolmente (dal
42,0% al 51,4%) e gli utenti dei social media aumentano dal 36,5% al 47,7%. Il bisogno di
mantenere un contatto, almeno virtuale, con i propri cari nel periodo del più rigido
isolamento deve aver giocato un ruolo non indifferente nella confidenza acquisita con la rete
dagli ultrasessantacinquenni.
Anche l’andamento della Spesa delle famiglie per i Consumi Mediatici nell’intervallo di
tempo tra il 2007 e il 2020 evidenzia come, mentre il valore dei consumi complessivi ha
subito una drastica flessione, senza ancora ritornare ai livelli precedenti la grande crisi del
2008 (-13,0% in termini reali è il bilancio alla fine del 2020, con l’aggravamento dovuto alla
recessione dell’anno scorso), la spesa per l’acquisto di telefoni ed equipaggiamento
telefonico ha segnato anno dopo anno un vero e proprio boom, di fatto moltiplicando per
oltre cinque volte il suo valore (+450,7% nell’intero periodo, per un ammontare di 7,2
miliardi di euro nell’ultimo anno), quella dedicata all’acquisto di computer, audiovisivi e
accessori ha conosciuto un rialzo rilevantissimo (+89,7%), mentre i servizi di telefonia
hanno conosciuto un assestamento verso il basso per effetto di un radicale riequilibrio
tariffario (-21,1%, per un valore comunque pari a 14,6 miliardi di euro sborsati dalle
famiglie italiane nell’ultimo anno) e, infine, la spesa per libri e giornali ha subito un vero e
proprio crollo dal 2007 (-45,9%)
.
Mauro Covino, Funzionario Formez, studioso e docente di Comunicazione, Componente
Direttivo Ferpi Lazio e Responsabile dell’Osservatorio sull’andamento del Digitale Italiano dell’AIDR