Roma, 9 febbraio 2022
Il desiderio di riprendere in mano le nostre vite, dopo due anni trascorsi tra restrizioni e timori, è comprensibile. Questi due anni di pandemia hanno segnato le famiglie italiane e da più parti si levano cori per il ritorno alla normalità. Ma la battaglia contro il virus non è conclusa, lo ha ribadito anche l’OMS che ha sottolineato come ci sia ancora necessità di prudenza.
Ed è sulla base della necessità di non abbassare la guardia che, in rappresentanza di migliaia di famiglie, guardiamo con stupore alle nuove disposizioni sulla frequenza scolastica. In contrasto con le raccomandazioni dello stesso OMS, è stato di fatto abolito lo screening in presenza di casi di positività accertata, delegando alle famiglie l’autocertificazione di non positività con test autodiagnostici solamente in caso di presenza di sintomi. Come si possa delegare la sicurezza sanitaria delle scuole alle famiglie in presenza di un virus potenzialente mortale è una perplessità che da più voci viene sollevata, anche perché in contrasto con il DPR 445/2000.
Una Scuola che di fatto se ne lava le mani non è una Scuola sicura né tantomeno inclusiva: da ieri le aule italiane sono frequentate da alunni potenzialmente positivi asintomatici mai rilevati che espongono involontariamente al contagio migliaia di bambini non ancora in età vaccinabile e che non portano neanche la mascherina alla materna o bambini vaccinati con ciclo completo in percentuali ancora purtroppo molto basse e che tolgono la mascherina diverse volte durante la giornata scolastica (basti pensare alla mensa). Potenziali asintomatici che potranno trasmettere il virus a bambini fragili o con fragilità familiari, ma anche ai docenti che possono vivere all’interno delle proprie famiglie situazioni di fragilità. Perché sappiamo che il vaccino protegge, ma non al 100% dal contagio, dai ricoveri, dalla malattia grave o peggio in caso di comorbilità.
E tutto questo nonostante a livello epidemiologico si registrino i valori più alti da inizio pandemia per quanto riguarda ricoveri, terapie intensive e, purtroppo, anche decessi pediatrici, 5 nell’ultima settimana, senza nemmeno una parola di cordoglio da parte delle Istituzioni. A questi dati va aggiunto il potenziale incremento di casi di MIS-C e LongCovid che sappiamo colpire anche i più piccoli, come evidenziato in questi giorni anche da SIP.
Abolendo lo screening si va in classe senza alcun tipo di controllo e si lascia campo libero al virus, esponendo i nostri figli ad un virus di cui non si può prevedere l’evoluzione nel breve né si conoscono gli effetti sulla salute nel lungo periodo: son tante le famiglie che ci hanno comunicato di non voler/poter mandare più i propri figli in aula.
Ribadiamo dunque le nostre richieste a tutela dei nostri figli, il futuro del nostro Paese:
– Mantenimento dello screening a tutti gli alunni nell’aula in cui viene accertata la positività, oltre ad uno screening periodico almeno settimanale per tutti gli alunni e docenti. In tal modo anche i non vaccinati potrebbero rimanerne in aula, superando la nota discriminatoria creatasi con la normativa vigente.
– Quarantene che trovino fondamento su basi scientifiche, e non sul sentimento nazional popolare dominante.
– Installazione immediata di sensori di CO2 e sanificatori d’aria per mitigare il rischio contagio via aerosol, in attesa di interventi strutturali quali la ventilazione meccanica controllata da effettuarsi nel periodo estivo.
– Fornitura di mascherine ffp2 a tutta la popolazione scolastica a partire dalla primaria da utilizzare in maniera preventiva.
La Scuola è un luogo che ha funzione di educare un popolo e l’unica educazione efficace è quella coerente, la Scuola deve essere inclusiva e questo significa che bisogna prendersi cura delle fragilità al fine di consentire a tutti la piena partecipazione alle attività scolastiche. E lo Stato, da buon padre di famiglia, deve prendersi cura dei propri figli, anche e soprattutto i più fragili che oggi, nelle aule scolastiche, sono abbandonati al proprio destino. I bambini in primis vanno protetti, non esposti deliberatamente al contagio. Se la politica ha ancora un’anima, batta un colpo.
Comunicato Stampa Congiunto
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