Zelensky a Roma per incontrare Mattarella, Meloni e il Papa, parla di controffensiva
Il 53% degli Italiani è contrario alla guerra e all'invio di armi in Ucraina. I Comitati per il Referendum
13 maggio 2023
Roma- Per il presidente dell’Ucraina Zelensky “la via d’uscita dalla guerra è la controffensiva”. No a colloquio con la Russia. Il “piano per la pace” in dieci punti.
Dopo essere stato accolto a braccia aperte dal Presidente Mattarella- ” Riconfermo pieno sostegno all’Ucraina a breve e lungo termine”- e dal presidente del Consiglio Meloni- “Fermo sostegno dell’Italia a 360°”-, e avere incontrato Papa Francesco, del quale ” non interessa alcuna mediazione”, è andato in Germania da Scholtz.
Cosa ha fatto, finora, l’Italia per l’Ucraina?
- per il 2022, l’Italia ha fornito 17,5 milioni di dollari al CERF-Central Emergency Respond Fund-, mantenendo la sua posizione tra i primi 10 donatori. Per il 2023, l’Italia già garantito un contributo di 15 milioni di euro al CERF.
- da quando è scoppiata la guerra l’Italia ha elargito all’Ucraina 660 milioni di aiuti militari, 310 milioni di aiuti finanziari e 50 milioni di aiuti umanitari, con il Parlamento che nei mesi scorsi ha deciso di aumentare la spesa militare di 1,2 miliardi l’anno.
- Da lampo che doveva essere – perlomeno nei piani russi -, la guerra in Ucraina si è trasformata in una costosa guerra di logoramento. Con circa 900 colpi al giorno, tra le richieste più pressanti da parte dell’Ucraina ci sono proprio le munizioni. Dopo un anno di guerra, gli Stati Uniti hanno raggiunto un impegno economico che sta quasi eguagliando quello in Afghanistan, durato dieci anni.
- l’Italia, nell’ultimo Documento programmatico pluriennale della Difesa, ha stanziato un piano decennale di 2,7 miliardi di euro per la “costituzione, gestione e ripianamento delle scorte strategiche di munizionamento”, di cui 603 milioni di euro tra il 2022 e il 2024.
In sintesi, Zelensky a Roma ha ribadito con fermezza:
“Non sono disposto a parlare con Putin, la via d’uscita alla guerra in corso è la controffensiva, quando saremo al confine con la Crimea, il sostegno a Putin all’interno della Russia diminuirà e lui dovrà trovare una via d’uscita. Manca poco”.
Insomma, l’Ucraina non cerca la Pace, perché per Zelensky “non può esserci uguaglianza con i Russi”, e da Papa Francesco si aspetta una “adesione alla formula ucraina di pace”, vale a dire un decalogo che, cosi come ha spiegato lui stesso, prevede:
1 — Radiazioni e sicurezza nucleare
La Russia deve immediatamente ritirare i suoi militari dal territorio della centrale nucleare di Zaporizhzhia. La centrale deve essere immediatamente trasferita sotto il controllo dell’Agenzia Internazionale dell’Energia Atomica e del personale ucraino. La connessione della centrale alla rete elettrica deve essere ripristinata immediatamente in modo che nulla minacci la stabilità dei reattori.
Lo stesso vale per le minacce di armi nucleari a cui ricorrono i funzionari russi. Non c’è e non può esserci alcuna giustificazione per il ricatto nucleare.
2 — Sicurezza alimentare
Abbiamo già lanciato l’iniziativa «Grain From Ukraine»… L’Ucraina può esportare 45 milioni di tonnellate di generi alimentari quest’anno, e una parte importante di queste derrate deve essere indirizzata a coloro che soffrono di più.
Ogni paese può unirsi a noi con un contributo specifico e fare la propria parte nella vittoria contro la fame e la crisi alimentare.
3 — Sicurezza energetica
Circa il 40% delle nostre infrastrutture energetiche è stato distrutto dagli attacchi missilistici russi e dai droni iraniani utilizzati dalle forze di occupazione.
Un obiettivo di questa violenza è quello di impedire l’esportazione della nostra elettricità verso i paesi vicini, che potrebbe aiutarli notevolmente a stabilizzare la situazione energetica e a ridurre i prezzi per i consumatori.
Ringrazio tutti i nostri partner che hanno già aiutato l’Ucraina fornendo sistemi di difesa aerea e antimissile. Questo ci consente di abbattere alcuni dei missili russi e dei droni iraniani… Li invito ad aumentare il loro aiuto.
Dovrebbero essere introdotte restrizioni sui prezzi delle risorse energetiche russe. Se la Russia cerca di privare l’Ucraina, l’Europa e tutti i consumatori di energia in un mondo che contempla la prevedibilità e la stabilità dei prezzi, la risposta dovrebbe essere una limitazione forzata dei prezzi per le esportazioni russe.
4 — Prigionieri e deportati
Migliaia di nostri cittadini, militari e civili, sono prigionieri dei russi. Sono sottoposti a brutali torture.
Inoltre, conosciamo i nomi dei 11mila bambini che sono stati deportati con la forza in Russia. Sono stati separati dai loro genitori consapevolmente.
Aggiungete a ciò centinaia di migliaia di adulti deportati… e prigionieri politici – cittadini ucraini detenuti in Russia e nel territorio temporaneamente occupato, in particolare in Crimea.
Dobbiamo liberare tutte queste persone.
5 — Carta delle Nazioni Unite e integrità territoriale dell’Ucraina
Dobbiamo ripristinare la validità del diritto internazionale – e questo senza scendere a compromessi con l’aggressore. La Carta delle Nazioni Unite non può essere applicata in modo parziale, selettivo o a proprio piacimento.
La Russia deve ristabilire l’integrità territoriale dell’Ucraina nel quadro delle pertinenti risoluzioni dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite e dei documenti internazionali vincolanti applicabili. Non si tratta di negoziare.
6 — Truppe russe e ostilità
La Russia deve ritirare tutte le sue truppe e formazioni armate dal territorio ucraino. Il controllo dell’Ucraina su tutte le frontiere con la Russia deve essere ripristinato. Ciò comporterà una cessazione reale e completa delle ostilità.
7 — Giustizia
Il mondo dovrebbe approvare la creazione del Tribunale speciale per il crimine di aggressione della Russia contro l’Ucraina e la creazione di un meccanismo internazionale per compensare tutti i danni causati da questa guerra. È necessario un risarcimento a carico dei russi, poiché è l’aggressore che deve fare tutto il possibile per ripristinare la giustizia che ha violato.
Abbiamo già proposto una risoluzione dell’Assemblea generale dell’ONU per attivare un meccanismo internazionale di compensazione dei danni causati dalla guerra russa. È stata approvata. Vi chiediamo di metterla in pratica.
Stiamo anche preparando la seconda risoluzione – sul Tribunale speciale. Vi preghiamo di aderire e sostenerla.
8 — Protezione immediata dell’ambiente
Milioni di ettari di foreste sono stati bruciati dai bombardamenti. Circa 200mila ettari delle nostre terre sono contaminati da mine e ordigni inesplosi.
Ringrazio tutti i paesi che ci stanno già aiutando nella bonifica. È urgente aumentare il numero di attrezzature ed esperti per queste operazioni.
Sono anche necessari fondi e tecnologie per il ripristino delle strutture di trattamento delle acque.
9 — Prevenzione dell’escalation
L’Ucraina non è membro di alcuna alleanza. E la Russia è stata in grado di scatenare questa guerra proprio perché l’Ucraina è rimasta nella zona grigia – tra il mondo euro-atlantico e l’imperialismo russo.
Dovremmo organizzare una conferenza internazionale per rinsaldare gli elementi chiave dell’architettura della sicurezza postbellica nello spazio euro-atlantico, comprese le garanzie per l’Ucraina. Il risultato principale della conferenza dovrebbe essere la firma del Patto di sicurezza di Kiev. (Il Patto di sicurezza di Kiev di nove pagine pubblicato a settembre chiede ai paesi occidentali di fornire «risorse politiche, finanziarie, militari e diplomatiche» per rafforzare la capacità di difesa di Kiev).
10 — Conferma della fine della guerra
Quando tutte le misure anti-guerra saranno attuate, quando la sicurezza e la giustizia cominceranno a essere ripristinate, un documento che conferma la fine della guerra dovrà essere firmato dalle parti. Gli Stati disposti a prendere l’iniziativa di una decisione possono diventare parti di questa convenzione.
Zelensky, la frase choc: ” Putin uccide la sua gente. Se attacca i Paesi Baltici anche i vostri figli andranno in guerra”.
Per Podolyak, la “voce del presidente”, il consigliere incaricato di dire quello che Volodymyr Zelensky non è opportuno che dica, “ l’Italia è la guida morale dell’Europa. E il papa deve dire che la Russia è l’aggressore”.
Bisognerebbe capire perchè.
Secondo un sondaggio di Euromedia Research il 53% degli Italiani è contrario alla guerra e all’invio di armi in Ucraina.
Alessandra Ghisleri, direttrice Euromedia Research: “Invio di armi in Ucraina? La posizione di Giorgia Meloni e le sue parole in Parlamento non sono assolutamente condivise dalla maggioranza degli italiani. Quasi il 53% degli italiani è contrario all’invio di armi ed è difficile per loro comprendere le dinamiche di questa situazione”.
Enzo Pennetta è il promotore del Comitato Popolare Ripudia La Guerra che propone un referendum abrogativo delle leggi che consentono all’Italia l’invio di armi all’Ucraina. Pennetta: “Zelensky non è democratico, ha messo fuorilegge i partiti di opposizione”. In un solo giorno sono state raccolte oltre 5mila firme ai banchetti istituiti in Italia. Per chi non ha la possibilità di recarsi ai banchetti, può firmare on line su https://referendumripudialaguerra.it/firma-online e seguire le istruzioni. Viene richiesto un piccolo contributo a seconda del tipo di identificazione che si vuole utilizzare.
Il Comitato “chiede di togliere al Governo il potere di derogare il divieto di esportazioni di armi ai Paesi coinvolti nei conflitti attraverso la semplice informativa al Parlamento, come invece accade oggi: in questo modo, affermano i promotori, ‘ogni decisione futura volta a inviare armi in teatri di guerra, richiederebbe una legge formale e dunque la piena assunzione di responsabilità politica del Parlamento’”
Il 23 aprile scorso è cominciata ufficialmente su tutto il territorio nazionale la raccolta firme per i referendum abrogativi da indire entro il 15 giugno 2023, “Italia per la pace“, in favore della sanità pubblica e contro l’invio di armi in Ucraina, organizzata dal Comitato di Generazioni Future presieduto dal giurista Ugo Mattei e sostenuta da influenti personalità del mondo accademico e culturale. Il suo motto è “Ferma il dolore, firma la pace”.
Il primo quesito chiede di escludere le strutture private da alcuni piani sanitari territoriali e porre fine al conflitto di interessi nell’allocazione dei fondi pubblici per la sanità.
Il secondo quesito chiede di cancellare le attuali basi giuridiche del trasferimento di armi in Ucraina.
Con il terzo quesito, si vuole togliere all’Esecutivo il potere di derogare il divieto di esportazioni di armi ai Paesi coinvolti nei conflitti attraverso la semplice informativa al Parlamento.
“Se andasse in porto – affermano i promotori – “ogni decisione futura volta a inviare armi in teatri di guerra, richiederebbe una legge formale e dunque la piena assunzione di responsabilità politica del Parlamento”.
I cittadini potranno firmare questi referendum direttamente ai banchetti organizzati nelle principali città italiane, che si potranno facilmente individuare consultando la mappa sul sito generazionifuture.org, aggiornata in tempo reale. Inoltre, le persone potranno raggiungere gli uffici elettorali dei comuni di residenza, dove troveranno i moduli vidimati per la firma. Vi è ancora una possibilità: firmare digitalmente sulla piattaforma Itagile.it, che per ritardi nella predisposizione di quella pubblica permette la raccolta e l’identificazione certificata dietro pagamento di 1 euro e 50 centesimi per ogni firma.
Servono 90 giorni di tempo per raccogliere 500 mila firme.
Maria Rosaria Voccia