Allarme per il farmaco anticovid KOSTAIVE
Si muovono la Commissione Medica Indipendente e la Società Italiana di Medicina

27 aprile 2025
Roma- Dopo le preoccupazioni espresse dalla CMSi (Commissione Medico Scientifica indipendente)relativamente all’autorizzazione all’immissione in commercio per il medicinale Kostaive, per la quale “Si tratta di un preparato a base di vescicole lipidiche artificiali contenenti molecole di mRNA codificanti la proteina Spike di SARS-CoV-2 disegnato per indurre una immunità protettiva contro la COVID-19. Tuttavia, a differenza dei prodotti farmaceutici di Pfizer/BioNTech e Moderna, le molecole di mRNA incluse in Kostaive sono molecole autoreplicanti. Queste molecole, una volta penetrate nella cellula, oltre a innescare la produzione della proteina Spike, hanno la capacità di replicare indefinitamente loro stesse all’interno della cellula”, un ulteriore allarme in merito al nuovo “vaccino” mRNA autoreplicante Kostaive arriva anche dalla SIM, Società Italiana di Medicina, che mette in guardia contro i pericoli gravissimi che deriverebbero da questo farmaco, anche per quella parte di popolazione che non volesse sottoporsi all’inoculazione.
Il Dipartimento Scientifico della SIM sottolinea che l’uso conseguente alla commercializzazione di questo prodotto, anche se limitato, comporterebbe “la concreta possibilità che coloro che non possano o non vogliano sottoporsi al trattamento lo ricevano in ogni caso indirettamente, in modo surrettizio e di fatto coartato, tramite il semplice contatto con soggetti vaccinati”.
Come nel caso dei vaccini mRNA anti-COVID-19 fin qui utilizzati, anche in questo caso il materiale genetico è incapsulato in nanoparticelle lipidiche che possono diffondersi in ogni distretto dell’organismo e consentire, una volta penetrati nelle cellule, la produzione incontrollata della Spike, proteina tossica di cui ormai ben conosciamo gli effetti.
Anche per i non addetti ai lavori non è difficile intuire la potenziale pericolosità di tali preparati, specie dopo la grande mole di conoscenze che si sono accumulate a seguito dell’utilizzo dei vaccini mRNA anti COVID-19.
L’autorizzazione all’immissione in commercio del °vaccino° RNA autoreplicante è avvenuta non sulla base della normativa standard (n.b. l’autorizzazione concessa è standard, non condizionata, sebbene non siano state osservate le tempistiche imposte dalla procedura, nè prodotti gli studi che essa richiederebbe), ma di emergenza, perché è stata data solo dopo 6 mesi dalla domanda di presentazione da parte dell’azienda farmaceutica. Ancora una volta, la sperimentazione sarà quindi effettuata di fatto sui cittadini. La normativa di emergenza sta diventando la normalità.
Anche nel caso degli saRNA le sperimentazioni sono state limitate e di breve durata, e nulla o quasi si può prevedere degli effetti a lungo termine.
Un ulteriore motivo di grave preoccupazione è legato al fatto che le cellule, una volta che hanno riprodotto grandi quantità degli saRNA, possono liberarsene incapsulandoli in vescicole extracellulari che a loro volta possono diffondere in tutto l’organismo, entrare in cellule di qualsiasi tessuto e riattivare il proprio ciclo replicativo con identiche modalità. Studi pubblicati hanno dimostrato che questo tipo di vescicole extracellulari si accumulano preferenzialmente nei polmoni, organi dai quali vengono fisiologicamente rilasciate notevoli quantità di vescicole extracellulari. Tutto questo crea le basi del rischio di diffusione incontrollata di questa sorta di “virus ingegnerizzato”.
Tutto questo appare ancora più paradossale se pensiamo che l’infezione da SARS-CoV2 non rappresenta più un rilevante fattore di rischio per la salute umana e che gli effetti avversi legati ai vaccini mRNA sono ormai ampiamente documentati.
Ciò che è generato grazie a tecniche sempre più raffinate di biotecnologia è ormai ritenuto “accettabile” per il trattamento in soggetti sani, senza riflettere sul reale rapporto costo/beneficio e sul fatto che in questo modo si rischia di manipolare meccanismi alla base della vita, che si sono evoluti in milioni di anni.
Il rischio aggiuntivo estremamente grave è legato alla concreta possibilità di trasmissione di saRNA da parte dei vaccinati ad altri, compresi i soggetti guariti già immuni (con conseguente iper-stimolazione della risposta immunitaria) e chi non vuol più ricevere richiami perché ha subito effetti avversi alla vaccinazione mRNA o chi non può vaccinarsi per motivi di salute.
L’uso conseguente alla commercializzazione di questo prodotto, ove anche limitato, comporterebbe una violazione del diritto alla libertà di scelta terapeutica, del principio di autodeterminazione e di inviolabilità del corpo e del diritto al consenso informato, considerata non solo la totale assenza di una corretta informazione e conoscenza sui meccanismi di azione del farmaco e sulle sue potenziali conseguenze ma anche la concreta possibilità che coloro che non possano o non vogliano sottoporsi al trattamento, lo ricevano in ogni caso indirettamente, in modo surrettizio e di fatto coartato, tramite il semplice contatto con soggetti vaccinati.
Il Dipartimento Scientifico della SIM si unisce alle richieste già avanzate dalla CMSi per:
- una urgente rivalutazione preclinica e clinica della sicurezza di tutti i prodotti basati sulle piattaforme biotecnologiche RNA/LNP
- una moratoria dei farmaci RNA autoreplicanti
- un intervento urgente del Governo Italiano presso la Commissione Europea e l’EMA (si valutino in proposito le considerazioni degli avvocati Andrea Montanari e Olga Milanese del nostro Dipartimento Affari Legali).
Alessandro Cicalese